Il paradosso pasquale: croce, resurrezione… e cioccolato

Dalla crocifissione alla colomba con canditi: come siamo passati dal Golgota alla gita di Pasquetta? Spoiler: con tanto amore (e zucchero).

Il paradosso pasquale: croce, resurrezione… e cioccolato
Tavola di Pasqua con dolci tradizionali e vista sulla Rocca di Cesena.

La storia inizia in modo epico, quasi da sceneggiatura di Hollywood: nato a Betlemme, il 25 dicembre (sì, quello con i pastori, la stella cometa e il bue), Gesù cresce a Nazareth, raduna un gruppo di amici – alcuni pescatori, altri un po’ più sospetti – e comincia a parlare di amore, perdono, e pane da condividere.

Poi il plot twist: viene tradito da uno dei suoi, arrestato, torturato e crocifisso. Drammone. Ma ecco il colpo di scena: dopo tre giorni, tadaaa, la resurrezione. La Pasqua, appunto.

E noi come lo celebriamo? Con uova di cioccolato, agnello al forno e discussioni familiari sul significato di “mettere il tavolo in terrazza”. La spiritualità si mescola alla panza piena. E a Cesena? Tra messe in Duomo, cacce al tesoro nei parchi e colomba artigianale, si sente che è festa. Ho visto bambini aggrappati a ovetti grandi quanto loro e nonni commossi davanti a un uovo Perugina: la resurrezione dei ricordi.

Pasqua a Cesena è così: sacro e profano, tradizione e Nutella. E voi, quanti strati di stagnola avete già strappato oggi?